CdA 17 e 22 dicembre 2014

Come al solito è stato diffuso dall’Ateneo un breve resoconto delle ultime sedute di CdA e quindi mi limiterò solo ad alcune integrazioni.

Piano Straordinario. Abbiamo raccolto dai Dipartimenti le indicazioni per bandire i pochi concorsi rimanenti del piano straordinario per PA (16, di cui 13 riservati a RTI dell’Ateneo). In molti casi è stato specificato oltre al SC su cui bandire, anche uno o più SSD. L’indicazione eventuale dell’SSD sarà inserita nel bando solo se sono presenti in Ateneo un numero adeguato di abilitati nel SC considerato e appartenenti all’SSD indicato dal Dipartimento. Ricordo che stiamo parlando di posti pensati e finanziati come posti per interni (che il CdA ha finanziato con 0.2 POM l’uno, costo del passaggio da RTI a PA). Potrà certamente capitare che qualcuna delle commissioni dei 3 concorsi non riservati valuti che a vincere debba essere un esterno, ma non è accettabile che questo capiti per l’errore del Dipartimento che chiede di bandire dove gli abilitati non ci sono (facendo inevitabilmente lievitare il costo da 0.2 a 0.7 POM). Proprio per tale motivo il DISMA ha chiesto di cambiare l’SC del concorso di propria competenza ancora da bandire. Prima di bandire ovviamente si attenderà la conclusione della seconda tornata dell’ASN (nei settori in cui non è ancora terminata). Ecco la tabella delle proposte dei Dipartimenti.

Notare che tutti i Dipartimenti hanno appena avuto l’opportunità di segnalare nella proposta di programmazione 2015-18 eventuali interessi a bandire posti da PA anche dove non abbiamo abilitati interni (nei 19 posti riservati a esterni del piano straordinario). A tale proposito il CdA ha stabilito la policy di dare precedenza alle chiamate di associate professor presso università estere da più di 3 anni (per sfruttare il cofinanziamento ministeriale).

Offerta Formativa. In attesa di una rivisitazione più globale e sostanziale su cui sta lavorando l’apposita commissione di SA, sono state proposte dai collegi alcune modifiche minori dell’offerta formativa. Il CdA si è riservato di valutare a valle della necessaria riprogettazione.

Una Tantum. E’ stata fatta una relazione sull’inizio dei lavori della commissione una tantum. A tale proposito potete vedere i miei resoconti della prima e seconda seduta.

CdA 17 e 22 dicembre 2014

Breve resoconto istituzionale delle sedute del 17 e 22 dicembre 2014.

Resoconto commissione una tantum – 19 dicembre 2014

Resoconto della seconda seduta della commissione per l’incentivo una tantum per il recupero parziale degli scatti stipendiali bloccati

Purtroppo dopo aver condiviso alcuni principi nella prima seduta, siamo un po’ tornati indietro a parlare di possibili classifiche di merito che mettano in fila i docenti dell’Ateneo. Fare questo sull’attività di ricerca è scientificamente insostenibile e neppure l’ANVUR, con tempi e investimenti a disposizione ben diversi dai nostri, si è permessa di fare classifiche tra persone di aree diverse. Spero il rischio sia rientrato.

Ho ribadito la proposta di stabilire dei vincoli di soglia per accedere all’incentivo una tantum, senza fare classifiche. Se passa la soglia più del 50/60% (massimo consentito dalla legge) si da precedenza a chi ha minore anzianità di servizio (e di conseguenza è più colpito, e ancora di più sarà colpito in futuro, dal blocco degli stipendi).

In questa ottica abbiamo individuato 2 possibili indicatori di soglia:

– qualità della didattica: aver superato la valutazione di 2.4 (considerata da sempre dal CPD come soglia della sufficienza) per almeno 2 anni sui 3 valutati.

– qualità e quantità della ricerca: superare una soglia (diversa per ogni SC e dipendente dalla relativa mediana dell’ASN) sul numero delle pubblicazioni nel triennio considerato. La qualità delle pubblicazioni è assicurata dal non considerare qualunque pubblicazione, ma solo quelle riconosciute dai nuovi criteri bibliometrici di Ateneo.

Come ben sappiamo non è scientificamente sostenibile usare criteri bibliometrici per determinare classifiche o stabilire le eccellenze, ma abbiamo ritenuto accettabile utilizzarle per individuare gli inattivi (e poco attivi) al fine di escluderli dall’incentivo, come richiesto dalla legge.

Cercheremo di evitare i più gravi errori fatti nell’ASN:

– la mediana da utilizzare sarà quella della propria categoria (per gli RTI si pensava di usare un riscalamento della mediana dei PA);

– non intendiamo usare direttamente la mediana come soglia. Per determinare i poco produttivi sarebbe giusto usare un percentile adeguato, ma non pare che l’ANVUR abbia mai fornito questi dati. Come hanno fatto anche altre Università pensavamo di utilizzare una frazione della mediana (50%, 60%, 30%… non abbiamo per ora precisato);

– come previsto nei criteri bibliometrici di Ateneo, terremo conto del grado di proprietà delle pubblicazioni.

Qualunque sia la soglia che prevederemo nei diversi SC, sarà da riscalare tenendo conto degli eventuali periodi di congedo parentale (per uomini e donne) e di malattia. Ho rilanciato una proposta che mi è arrivata in queste settimane di raccolta di idee che riguarda la maternità. Molto spesso le nostre colleghe fanno pochi mesi di maternità e ritornano presto all’insegnamento, ma inevitabilmente per un periodo ben più lungo risultano sicuramente più in difficoltà a seguire la propria attività di ricerca. Per riconoscere questo impegno alle neo mamme ho proposto che venga riscalata la soglia del numero minimo delle pubblicazioni per un certo numero fisso di anni (2 o meglio 3, non abbiamo precisato), indipendentemente dalla durata del congedo parentale usufruito. La proposta è stata accolta all’unanimità dalla commissione.

Ulteriore vincolo, stabilito dalla legge, è l’aver svolto l’attività didattica affidata dagli organi preposti (prima le Facoltà e ora i Dipartimenti). Abbiamo qualche problema tecnico, ma è una necessità di legge e quindi in qualche modo dobbiamo fare questa verifica.

Abbiamo poi raccolto dati su vari altri possibili parametri, che però non appaiono utilizzabili per stabilire una soglia (numero tesi, fondi gestiti e attività organizzativa e gestionale svolta). Sull’attività organizzativa e gestionale abbiamo dati molto parziali (e solo a livello di Ateneo), come già segnalato nel verbale della prima seduta. Sul numero di tesi e di fondi gestiti invece i dati ci sono ma sono inutilizzabili direttamente per l’estrema eterogeneità e necessiterebbero di una qualche normalizzazione, che mi pare tecnicamente molto difficile da realizzare. In ogni caso parametri di questo tipo, non essendo utili a stabilire una soglia minima, non potrebbero intervenire nella determinazione dei meritevoli all’una tantum, ma solo in un’eventuale seconda fase di definizione di precedenze, che si renderà probabilmente necessaria a causa dell’insensata norma di legge che prevede un massimo di premiati.

Per quanto riguarda il superamento del vincolo del 50/60% di premiabili, ci sono due possibili strade:

– utilizzare l’Art. 9 della 240/2010, che prevede un fondo di Ateneo per la premialità del personale docente, andando a utilizzare questi fondi per premiare i meritevoli non premiabili con i fondi ministeriali;

– attribuire una somma sui fondi di ricerca ai meritevoli non premiabili con i fondi ministeriali.

La prima opzione sarebbe un vero superamento del 50/60% (con soldi direttamente in busta paga per tutti i meritevoli), ma è una strada più delicata dal punto di vista legale. La seconda opzione non presenta problemi legali, ma supera solo in parte il problema perché, per quanto qualche risorsa in più possa far comodo a tutti, le persone con i fondi di ricerca non ci pagano il mutuo e le bollette.

La prossima riunione è fissata per il 13 Gennaio 2015.

Resoconto commissione una tantum – 11 dicembre 2014

Resoconto della prima seduta della commissione per l’incentivo una tantum per il recupero parziale degli scatti stipendiali bloccati

La commissione, prima di entrare nelle questioni più tecniche ha condiviso alcuni principi:

– La procedura deve essere semplice ed economica. Non ha senso spendere (in tempo e/o in denaro) per la valutazione somme confrontabili con quelle da distribuire;

– Utilizzare per la valutazione solo dati a disposizione dell’Ateneo (può sembrare banale ma non tutti gli Atenei lo hanno fatto. Attenzione che parliamo di scatti bloccati nel 2011-12 e 13 e quindi valutazione dei trienni 2008-9-10, 2009-10-11 e 2010-11-12, verifichiamo quali sono i dati a disposizione);

– La domanda si deve fare con un click (la procedura non può essere del tutto automatica perché la legge dice “a domanda” e quindi le persone hanno la libertà di evitare la valutazione);

– Non ha senso fare classifiche tra persone di aree diverse (non si confrontano mele con pere);

– Per quanto possibile è preferibile spostare le somme da distribuire a favore di chi è più colpito dal blocco degli stipendi (ricordo che su proposta del rettore, CdA e SA si sono già detti favorevoli a questo principio e hanno indicato alla commissione di spostare un terzo del finanziamento a favore degli RTI, che è la percentuale massima consentita dalla legge). La commissione ha approvato all’unanimità lo spostamento a favore degli RTI.

Possibile proposta in sintonia con i precedenti principi: Stabilire dei vincoli di soglia per accedere all’incentivo una tantum, senza fare classifiche. Se passa la soglia più del 50/60% (massimo consentito dalla legge) si da precedenza a chi ha minore anzianità di servizio (e di conseguenza è più colpito, e ancora di più sarà colpito in futuro, dal blocco degli stipendi).

Sono state discusse in CdA e SA alcune proposte su eventuali esclusioni (attuali pensionati, personale che gode di una indennità, membri di Organi di Governo…). Sembrano tutte esclusioni molto discutibili dal punto di vista legale (non essendo di natura scientifica o accademica, come prevede esplicitamente la legge). Possono però probabilmente essere trasformate in priorità al momento di selezionare il 50/60% massimo consentito dalla legge, nel caso passino la soglia un numero maggiore di persone.

Nella prossima seduta (19 Dicembre) passeremo a definire quale tipo di soglia, o più soglie, si possono mettere. Abbiamo parlato per ora di soglia scientifica (pubblicazioni scientifiche nel triennio che precede l’anno dello scatto perso), soglia di qualità della didattica (con l’uso dei questionari CPD) e soglia gestionale/organizzativa, in conformità con le indicazioni di tendere a una “piena valorizzazione dei singoli docenti e il loro motivato coinvolgimento nella condivisione delle responsabilità scientifiche, formative, organizzative e gestionali dell’Ateneo”, come indicato nel Piano Strategico.

La soglia gestionale/organizzativa sembra la più delicata per due motivi: non essendoci un obbligo di legge riguardo a tale tipo di attività è discutibile escludere a posteriori chi non ne ha fatta e soprattutto non abbiamo una base di dati completa e affidabile di tutte le attività gestionali svolte in anni anche abbastanza remoti (per lo scatto del 2011 si devono valutare le attività del triennio 2008-2009-2010). A prescindere dalla realizzabilità di una valutazione immediata dell’attività gestionale, la commissione ha condiviso l’idea di proporre agli organi competenti di valutare una revisione globale delle indennità e degli sgravi didattici e soprattutto di realizzare una rilevazione sull’insieme delle attività organizzative e gestionali (svolte a livello di Ateneo e di Dipartimento) fondamentali per il buon funzionamento della nostra Istituzione e attivare una conseguente raccolta dati riguardo alle persone che se ne fanno carico, per auspicabili future valutazioni.

SA 10 Dicembre 2014

Breve resoconto istituzionale della seduta del 10 dicembre 2014

Siamo sempre lì

Il piano straordinario per l’assunzione di Professori Associati volge al termine e la gran parte dei concorsi sono stati oramai completati. Cosa è cambiato nell’Università italiana grazie a questo piano: come facilmente prevedibile (vedi Straordinariamente modesto), è cambiato poco o nulla. La docenza universitaria continua a essere sostenuta da un 40% di RTI (a esaurimento) a cui vengono affidati regolarmente i corsi e vengono contati come docenti dal ministero per i vincoli della sostenibilità, ma di riconoscerne il ruolo docente non se ne parla ancora. Professori di fatto, ma non di diritto, siamo sempre lì. Anzi no, molto peggio, perché gli studenti sono aumentati e il totale dei docenti è calato di oltre il 10% (e avevamo già nel 2010 una delle proporzione più basse docenti/studenti d’Europa…)

docenti

I problemi dell’Università non si risolvono aumentando la precarietà!

logo rete29aprileComunicato della R29A

I problemi dell’Università non si risolvono aumentando la precarietà!

Novità per l’Università nel “Decreto del fare”

Da NUOVE DISPOSIZIONI SU UNIVERSITA’ E RICERCA NEL “DECRETO DEL FARE” (con.Scienze)